In questa sezione vi presentiamo le schede dettagliate di altri tartufi non commestibili. Tartufi per i quali non è consentita la raccolta.

 

Tuber escavatum Vittad.

20141017_114946

Nome volgare: tartufo legnoso

Non è consentita la raccolta e la commercializzazione per le mediocri caratteristiche organolettiche.

Specie abbastanza comune si rinviene durante tutto l’anno e non raggiunge grosse dimensioni, la gleba è biancastra e con venature verso il centro; se essiccato il tartufo diventa durissimo e non ha nessun odore caratteristico.

 


Tuber rufum Pico

20141017_114950

Nome volgare: tartufo rosso

Non è consentita la raccolta e la commercializzazione perché non commestibile a causa dell’odore sgradevole

È così chiamato per il colore rossastro e ferrugineo del peridio che dapprima è quasi liscio e poi a maturazione è dotato di piccole verruchette appiattite. La gleba di colore bruno rossastro con vene bianche. L’odore è abbastanza forte e a piena maturazione nauseante.

 


Balsamia vulgaris Vittad.

IMG-20150116-WA0006

Nome volgare: tartufo matto o matta

Non è consentita la raccolta e la commercializzazione perché è leggermente tossico e può provocare disturbi gastrointestinali.

I carpofori di questa specie sono di piccole dimensioni e di forma globosa o irregolare con peridio di colore arancio o ruggine. La gleba molle e cerebriforme di colore avorio e l’odore nauseante e sgradevole (ricorda il grasso rancido) lo rendono facilmente individuabile e per nulla appetibile.

 

 

 

 

 


Choiromyces meandriformis Vittad.

Nome volgare: falso tartufo bianco o fungo dei porci

Non ne è consentita la raccolta e la commercializzazione perché se ingerito in quantità elevata può risultare tossico per i disturbi gastrointestinali che provoca.

I carpofori di questa specie possono raggiungere discrete dimensioni, nel qual caso la forma è mammellonare, globoso gibbosa. Il peridio liscio, rugoso con l’essiccamento è di color crema e spesso con macchie più scure sparse

Anche la gleba è biancastra e percorsa da caratteristiche bande meandriformi. Per l’aspetto e l’odore, che da giovane è debole e fungino, può essere confuso con il tartufo bianco pregiato, di cui può acquistarne l’aroma se conservato assieme; a completa maturità l’odore è però forte e nauseabondo.