
In questa sezione vi presentiamo le schede dettagliate di altri tartufi non commestibili. Tartufi per i quali non è consentita la raccolta.
Tuber escavatum Vittad.
Nome volgare: tartufo legnoso
Non è consentita la raccolta e la commercializzazione per le mediocri caratteristiche organolettiche.
Specie abbastanza comune si rinviene durante tutto l’anno e non raggiunge grosse dimensioni, la gleba è biancastra e con venature verso il centro; se essiccato il tartufo diventa durissimo e non ha nessun odore caratteristico.
Tuber rufum Pico
Nome volgare: tartufo rosso
Non è consentita la raccolta e la commercializzazione perché non commestibile a causa dell’odore sgradevole
È così chiamato per il colore rossastro e ferrugineo del peridio che dapprima è quasi liscio e poi a maturazione è dotato di piccole verruchette appiattite. La gleba di colore bruno rossastro con vene bianche. L’odore è abbastanza forte e a piena maturazione nauseante.
Balsamia vulgaris Vittad.
Nome volgare: tartufo matto o matta
Non è consentita la raccolta e la commercializzazione perché è leggermente tossico e può provocare disturbi gastrointestinali.
I carpofori di questa specie sono di piccole dimensioni e di forma globosa o irregolare con peridio di colore arancio o ruggine. La gleba molle e cerebriforme di colore avorio e l’odore nauseante e sgradevole (ricorda il grasso rancido) lo rendono facilmente individuabile e per nulla appetibile.
Choiromyces meandriformis Vittad.
Nome volgare: falso tartufo bianco o fungo dei porci
Non ne è consentita la raccolta e la commercializzazione perché se ingerito in quantità elevata può risultare tossico per i disturbi gastrointestinali che provoca.
I carpofori di questa specie possono raggiungere discrete dimensioni, nel qual caso la forma è mammellonare, globoso gibbosa. Il peridio liscio, rugoso con l’essiccamento è di color crema e spesso con macchie più scure sparse
Anche la gleba è biancastra e percorsa da caratteristiche bande meandriformi. Per l’aspetto e l’odore, che da giovane è debole e fungino, può essere confuso con il tartufo bianco pregiato, di cui può acquistarne l’aroma se conservato assieme; a completa maturità l’odore è però forte e nauseabondo.